ecco le due più importanti vallate genovesi
Molassansa era così nel 1920
adesso è così nel 2017
Non bisogna scomodare scienziati e studiosi per capire che ... se piove l'acqua fa danno ...
e questo è il dopo ...
Quello che facciamo noi radioamatori dela val Bisagno:
Prove radio SOLO PER I RADIOAMATORI con il nominativo !
- rapporto radio (RS)
- frequenza monitor VHF ===> 145.425 KHz
- luogo di transito (w.w. locator)
Il range di copertura delle stazioni radio non è un elemento fisso, ma dipende da un certo numero di fattori quali:
a) La frequenza del segnale in uso;
b) La potenza del trasmettitore;
c) La dimensione del trasmettitore;
d) Le condizioni geografiche;
e) L'antenna
d) le condizioni atmosferiche e del sole in un certo istante (radiopropagazione).
perchè usiamo le VHF: per
1) portabilità degli apparati
2) antenne contenute
3) costo contenuto degli apparati portatili "semplici"
Le motivazioni
Pur esistendo ponti radio nella vallata a nostro avviso è utile creare una Rete di radioamatori che si contattano con "regolarità" proprio sul territorio ed abbiano un'osservazione diretta in loco !
E si sentano in diretta per comunicare agli altri criticità che poi verranno inoltrate da chi può materialmente alle forze dell'ordine ed agli organi preposti al soccorso.
Non so voi ma per me quando c'è Buriana meglio averci una radio autoalimentata in mano!!!
quindi quando il meteo fa i capricci...
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NOTIZIE STORICHE tratte dal sito del Comune di Genova
Dal basso medioevo e fino al 1960 erano presenti in zona porto i “cadrai”, parola derivante probabilmente dall’inglese “to caterer” procacciare cibo.
I ristoratori più creativi avevano trovato una nuova e interessante fonte di guadagno con l’impiego di “cadrai“: inviavano i loro dipendenti, appunto i “cadrai” su chiatte o gozzi che dovevano accostarsi ai bastimenti appena giunti e ancorati alla fonda, per vendere, ai marinai affamati e stanchi per i viaggi interminabili, vivande e vino, ma più che altro scodelle con il tipico minestrone alla genovese ancora caldo e fumante, che, da grossi paioli di rame, veniva versato in scodelle poggiate su cestini di paglia poi issati sulla nave.
Nel porto era frequente, non appena i grossi bastimenti attraccavano, sentire urlare “Cadrai, cadrai, gh’emmo ‘n minestron”. I cadrai fornivano minestrone ma anche altre specialità genovesi: stokke, fugassa, torte savuie, fainâ, caffè e quarche bottiggia de gianco de Connâ.Naturalmente i cadrai portavano da mangiare anche ai lavoranti stabili del porto che non potevano perdere tempo e scendere al molo per il pasto.
Dal 1895 al 1900, periodo di maggior fulgore dell'attività, risulta la presenza di circa 40 chiatte e gozzi da “cadrai” .
Fin dall'antichità come direbbe ora venivano prodotte verdure a km 0